sabato 2 agosto 2014

Su Adriano Sofri la si può pensare in una svariata di modi.
per alcuni è stato semplicemente un assassino vittima della sua passione politica,
per altri un innocente sacrificato sull'altare della giustizia mediatica.
per me - nell'esercizio di distinguere tra verità storica, giudiziaria e politica -
Sofri è essenzialmente un intellettuale che - lottando in primo luogo contro di sè -
ha conquistato la 'libertà' nell'evoluzione della sua tragica storia .. e ciò significa che è ontologicamente 'libero' da sempre. se Pasolini avesse avuto la fortuna di un futuro, avrebbe avuto lo stesso percorso:
dall'ideologia della Verità alla possibilità della concretezza da svelare.
Proprio al nucleo di tale percorso, Sofri si mostra essenzialmente come 'Giornalista'.
di seguito pubblico un piccolo estratto di un suo reportage da Israele uscito su Repubblica
 venerdi scorso.
Solo un grande narratore di eventi e un chiarificatore di stati d'animo e destini può giungere
ad esemplificare in tal modo la tragedia dello scontro esistenziale - cioè 'per la loro stessa possibilità
di esistenza' - di due popoli così intrecciati:
l'Arabo diventa (che sia consapevole o meno non importa nulla a tale livello di realtà)
 metafora vivente dell'Ebreo Davide innanzi a Golia l'annientatore di ebrei ...in tutti i tempi ed in tutti i luoghi ...  e L'Israeliano diventa (volontariamente o meno nulla toglie alla tragedia)
'memoriale' ribaltato della Shoah.
nell'era di You Tube e delle telecamere diffuse capillarmente solo l'analisi di chi si stupisce
pur sapendo, può mostrare ciò che sfugge alla nuda immagine, alla sterile cronaca:
gli opposti si implicano e i cambi di ruolo paradossali - quando emergono - possono portare
alla Pace lungo la strada del perdono reciproco sancito dal diritto.
 
 
"[....] poi comincia lo scontro. Ragazzi palestinesi lanciano con le fionde: non quelle con la forcella,
quelle che si fanno roteare fino a rilasciarne un capo, in modo da ricordare
più incresciosamente il pastore Davide. un soldato di Israele grida: vuoi altro GAS?,
ricordando anche lui qualcosa di terribile, senza volere
" (Adriano Sofri).
 

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