sabato 26 novembre 2011

governo politico o governo tecnico? l'opzione commissaria come risposta all'emergenza democratica.

voglio fare qualche considerazione sul problema 'governo tecnico o governo politico'.
il problema, in effetti, è tutto politico e si avviluppa in una finzione.. non esiste, infatti, governo di uno Stato che non sia politico, ossia che non sia determinato da una particolare intensità di relazione, di incontro e di scontro che chiamiamo 'politica'.
la politicità d'un esecutivo non dipende, quindi, dalla appartenenza dei suoi membri ad una qualche organizzazione partitica, nè, tanto meno, dipende dalla legittimazione popolare 'attraverso il voto' che un tale esecutivo abbia avuto o meno; con particolare riferimento a questa ultima affermazione voglio precisare che la legittimazione democratica afferisce al 'carattere' d'un dato governo e non alla sua 'natura politica o meno', argomentando a contrario, infatti, dovremmo escludere - paradossalmente - dal novero degli esecutivi politici le esperienze dittatoriali del novecento europeo, che certo non erano legittimate dall'espressione libera e periodica del voto ma, nonostante ciò, furono 'iperpolitiche' in quanto subordinarono ad una visione ideologica del corso storico sia le forme dello Stato che le libertà della società civile.
tornando al quotidiano, il governo Monti trova la sua legittimazione politica nell'azione sovrana del capo dello Stato che - pur se in maniera sottile - ha esercitato 'materialmente' poteri di emergenza dettati dal caso di eccezione che è rappresentato dalla crisi economica e nella fiducia espressa dal parlamento della repubblica che, con tale atto, si è assunto la responsabilità della ratifica dell'azione di surplus politico esercitata da Napolitano.
invece di discutere sulla politicità o meno del governo Monti sarebbe più interessante interrogarsi sul l'esercizio della sovranità in Italia e sulla crisi della rappresentanza parlamentare incapace, perchè asservita ai capi partito, di assumersi il compito di giuda del Paese.
io non sono un difensore accanito del sistema parlamentare, riconosco i suoi limiti e mi trovo d'accordo con molte ipotesi di riforma 'neo-parlamentare' che riconosca maggiori poteri al capo del governo... o al capo dello Stato, ma mi fa ribrezzo l'assoluta assenza di consapevolozza di chi attualmente riveste il ruolo istituzionale di Legislatore. 
l'unico atto autenticamente politico - cioè, lo ripeto, decisivo ed intensivo nella libertà sua propria - compiuto dal Parlamento italiano attuale è stata proprio la fiducia al governo Monti.
in precedenza, i  parlamentari di maggioranza e di finta opposizione si sono 'fatti conoscere' o per la subordinazione totale e acritica ai voleri del 'duce nominante' Berlusconi, o, nel momento in cui la crisi del governo si è manifestata chiaramente, per la capacità, questa sì davvero impolitica, di prostituirsi al maggiore offerente.
di fronte a questo spettacolo, il popolo italiano non dovrebbe solo richiedere il ricorso  veloce alle urne ma, prima di tutto, esigere dai partiti chiarezza e meritocrazia nella selezione delle classi dirigenti e da se stesso la forza morale necessaria per liberarsi dai meri interessi individuali e familiari che troppo spesso - in zone importanti del nostro paese - condizionano negativamente l'espressione della Volontà Generale.
tale atto di responsabilità morale collettiva potrebbe giungere anche alla sospensione delle elezioni per la copertura delle cariche istituzionali per il periodo necessario a 'sanare' la società  dall'infezione incivile, impolitica e democraticamente deleteria generata dalla supervenienza dell'interesse privato di consorteria sull'interesse pubblico. 
è ciò che io penso si debba fare per molti comuni calabresi e, forse, per la stessa regione calabria.
in realtà è la stessa legalità costituita che prevede in determinati casi tassativamente previsti il ricorso a tale forma di commissariamento democratico, non si tratta, dunque, di auspicare un golpe, ma, più realisticamente, di porre in essere tutte le azioni di emergenza necessarie per riempire di contenuto davvero politico e davvero democratico le forme abusate della rappresentanza.
il dubbio che potrebbe correttamente sorgere è questo: siamo davvero in emergenza? davvero la democrazia reale  e la meritocrazia rappresentativa si è eclissata nel meridione? siamo certi che le consorterie affaristiche - impolitiche perchè piegate sui propri interessi economici - si siano impossessati dei meccanismi formali elettivi condizionando il voto in ampie zone del Paese?
......................................... io la mia risposta me la sono data!..... e la riconfermo ogni qual volta accedo ad un ospedale pubblico, partecipo ad una selezione regionale, conosco le espressioni locali della dirigenza istituzionale.

venerdì 4 novembre 2011

è morta la signorina!

come può un caso così particolare come la morte improvvisa d'una anziana parente divenire universale?
come può la morte di una sconosciuta divenire morte significativa?
forse solo il racconto può tanto, solo il desiderio inarrestabile di sconfiggere l'oblio con la conquista dei cuori, con l'amore.
si, proprio così, di amore si tratta nel piangere la debolezza intima d'una vita semplice che si spegne dopo essere vissuta di poche, forti cose.. come la fede.
una cosa mi ha sempre impressionato di Maria, la certezza folle, sconsiderata, immotivata, mille volte ferita e abusata, di essere oggetto dell'attenzione di Dio.
con Lui ha vissuto gli ultimi anni di solitudine, con Lui ha condiviso la quotidianità dei poveri pasti, a Lui ha confessato errori e trionfi d'una esistenza privatissima.
ma come si fa a credere in Dio in questo modo? come si può pregare l'assenza con tanto ardore? come si fa ad essere tanto sicuri senza ideologia, senza ragione?

oggi muore questo segreto ..... ed in questo segreto si raccoglie un dolcissimo, perduto, universale