venerdì 18 febbraio 2011

Romolo Murri








Murri, una figura straordinaria

fondatore della prima democrazia cristiana e della fuci, prete impegnato nel sociale, scomunicato dalla chiesa, parlamentare radicale e, in ultimo, fascista per reazione all'immobilismo dei notabili liberali.

ciò che mi sempre colpito in Murri è la mancanza di sintesi alle sue contraddizioni. i suoi passaggi esistenziali non acquisiscono in un 'terzo superiore' i precedenti ma si limitano ad arricchire - paradossalmente - un percorso di vita di certo non ordinario.

nel brano pubblicato nel post precedente quello che emerge non è tanto un 'cristianesimo senza Cristo' quanto una fede morale nell'azione di liberazione dei singoli e dei popoli.
il Cristo di Murri vive il secolo ed il secolo partecipa alla gloria di Cristo nel segno dell'impegno riformatore.

chi a fine ottocento ha fondato la democrazia cristiana superando di fatto il non expedit non può non essere profondamente radicale, nel senso ultimativo ed escatologico d'un impegno politico che o è totale o non è.

solo superficialmente ci si può mostrare attoniti per la scelte politica libertaria del suo impegno parlamentare nel primo decennio del secolo scorso, susseguente alla scomunica ecclesiastica;
ma cosa c'è di più politicamente cristiano della battaglia per 'liberare le coscienze', per fondare l'autodeterminazione dei singoli?
è vero, il rischio - per molti - dell'esito nichilistico è presente ed oggi quanto mai attuale, ma è meglio il deserto nichilistico,la prova, il cimento del suo attraversamento che una fede solo tradizione e stanco culto.

non so se il Murri possa definirsi un buon fedele, non so se Cristo perdonerà i suoi estremismi ma so di sicuro che i suoi approdi energici e disperati sono diretta conseguenza d'un cristianesimo sanguigno e midollare orientato al tèlos più puro: l'avvento d'un Regno nuovo, la trasvalutazione di tutti i valori mondani.

martedì 15 febbraio 2011

uno scritto di Romolo Murri del 1912

Non sono mai stato un mistico e non mi sono mai dimenticato del dovere morale; mi sono fatto prete sognando giornali e partiti e larghe influenze civili; ho creduto forse più nella Chiesa che in Dio, senza mai curarmi molto di dogmi e di riti; e pure ho detto fino all’ultimo con sincero raccoglimento la mia messa e avrei continuato, forse, a dirla, se non me l’avessero tolta; avrei voluto esser monaco per una maggiore concentrazione di vita e mi sposerò, fra non molto, con questo medesimo desiderio. Ho cercato nello Stato quello che prima era nella Chiesa, uno strumento d’azione; e la prova continua, ma mi illudo di meno".

venerdì 4 febbraio 2011

mi viene in mente

mi scuso con chi non mi conosce tanto bene, mi scuso per le mie parole seguenti:
.... mi viene in mente di quando Simone era McGayver, Nino era Coccotellos King e Ciccio era Ciro,
mi viene in mente un passato non del tutto scomparso, il regno dei ricordi felici del regno della nostra adolescenza formativa.
... oggi, cosa rimane? solo il ricordo? solo un passato che non passa?
forse ancora i 'miei' sono i loro alias di sempre, forse i loro personaggi mitici albergano in loro come in me...
... se fosse così, ah se fosse così!!
...................... a questo punto le realtà si duplicano e si confondono, il presente è più ricco e vivo ed il ricordo non è più così essenziale e passa davvero il passato.
.................. lo so, lo so, non lo ammetteranno mai in pubblico, ricorderanno e basta, RACCONTERANNO E BASTA, ma dietro la facciata, oltre i professionisti, aldilà dei profili linkedin, vivono ancora, lottano ancora, sognano ancora.