da molte parti ci si chiede il perchè; lo stesso governo 'furbescamente' si interroga sui motivi della protesta di tutta la scuola e dell'università, posto che il contenuto del decreto Gelmini ha ad oggetto 'solo' la scuola elementare, l'accorpamento di 'piccoli' istituti di montagna, la fusione di 'antiche' classi di concorso, l'annuncio di tagli triennali.
il problema vero, la ragione della protesta, infatti, non trova fonte tanto nel contenuto del decreto - anche se detestabile se si pensa ad esempio al passo indietro del 'maestro unico', in un mondo così complesso che richiederebbe una pluralità di approcci e di carismi .. anche alle elementari - ma nei metodi dell'intervento normativo e nella sua 'causa prima'.
proprio di questo mi sento oggi, da scioperante convinto, di parlarvi.
l'economia è in criri, la finanza paga i suoi automatismi disumani, le famiglie sono sempre più alle prese con i problemi quotidiani .... e a chi si fa pagare questa crisi di sistema?
non agli oligarchi, non ai baroni di tutte le corporazioni, non agli speculatori ma, al contrario, si colpisce una istituzione, la scuola, che di certo non ha bisogno di tagli, posto che da almento 10 anni ogni finanziaria propone 'cure dimagranti' alle quali, però, non corrisponde una 'riforma per il futuro' che affronti i reali problemi di una comunità pubblica che ancora oggi, attraverso gli esempi dei suoi uomini migliori, si pone come argine al consumismo, allo smarrimento delle coscienze, alle istanze spesso distruttive di tanti giovani 'senza famiglie alle spalle'.
dico questo per chiarire che gli investimenti nella scuola non potranno mai essere economicisticamente produttivi, nel senso di una produttività immediata e quantitativa, perchè gli investimenti nelle 'agenzie spirituali', nel corpo docente, nelle strutture, assomigliano tanto agli investimenti diseconomici del new deal, allorquando migliaia di operai disoccupati vennero occupati in scavi e nella movimentazione terra senza sapere bene quali sarebbero potuti essere i ritorni di tali iniziative apparentemente assurde.
come si fa, infatti, ad affrontare il nichilismo post moderno dei ragazzi cresciuti a pane e disinteresse, come si fa a propugnare scelte di sacrificio e di legalità, come si fa a combattere le lusinghe dell'antistato quando l'esempio di autorevolezza, di successo e valore sociale che si dovrebbe incarnare è, invece, vittima di un sistema che mette ai margini professori e maestri, che svilisce lauree e specializzazioni sull'altare del risparmio economico e delle esigenze di cassa ...
ecco per cosa scioperano i professori e gli altri operatori della scuola oggi: per le ragioni di un mondo, il mondo della cultura e della cura della prole che ha geneticamente vista lunga e sogni incommensurabili ... come quelli dei nostri ragazzi.
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